Un emergenza planetaria per la salute umana

 

Acqua pulita, un bisogno per l’uomo

 

L’accesso all’acqua pulita costituisce un bisogno umano primario, quindi un diritto fondamentale dell’uomo. L’acqua contaminata rappresenta un serio pericolo per la salute sia fisica che sociale dell’intera popolazione. L’assenza d’acqua sicura è un’offesa per la dignità umana.

Kofi Annan (Segretario Generale O.N.U.)

 

Di Giancarlo Brunetti

 

Immaginiamo di arrivare dallo spazio nel nostro sistema solare, tra gli altri pianeti, riconosciamo subito la terra per il suo colore blu. E’ l’acqua che ricopre la maggior parte della sua superficie; grazie a questo elemento la vita ha potuto svilupparsi in una incredibile varietà e molteplicità di forme.

Per l’uomo la sfida nel nuovo millennio è mantenere questa ricchezza comune così strettamente legata al suo benessere e alla sua salute.

Per noi che viviamo nei cosiddetti “paesi sviluppati” avere disponibilità d’acqua è cosa normale; la gestione di questa risorsa è garantita da una capillare rete idrica che collega le fonti ai luoghi di utilizzazione sia essi civili che legati alle attività agricole, industriali, commerciali. Per noi è scontato che le acque reflue, una volta utilizzate, vengano raccolte e purificate da una rete fognaria prima di essere rilasciate nell’ambiente e poter così proseguire il proprio ciclo evitando contaminazioni chimiche o batteriologiche.

Tutto questo ha permesso di migliorare concretamente le condizioni di salute ed eliminare molte malattie legate alla scarsa disponibilità e sicurezza dell’acqua, anche se talvolta epidemie provocate da acqua contaminata sono sempre possibili anche nei paesi sviluppati.

La disponibilità di acqua nel nostro paese e in tutto l’occidente sembra a torto illimitata, le nostre sorgenti sono messe ogni giorno di più in serio pericolo, come numero e qualità, dall’inquinamento agricolo e industriale e dalla costruzione di infrastrutture che, prive di validi studi di impatto ambientale, danneggiano gravemente le falde acquifere

Bere, lavare le mani, il viso e il corpo, mantenere puliti gli ambienti e le cose sono atti quotidiani della cui importanza spesso ci dimentichiamo. L’acqua è necessaria alla nostra sopravvivenza e per migliorare la qualità della vita, quando possiamo disporne a sufficienza contribuisce a stili di vita salutari e aumenta la longevità, permettendo attività sportive, ricreative, di divertimento e del tempo libero.  

Come infermieri siamo consapevoli della funzione essenziale dell’acqua per la salute e il benessere delle persone che assistiamo, questo elemento, alla base di ogni norma igienica di base, deve essere al centro della nostra attenzione ed è nostro compito educare la comunità al suo buon uso, mantenimento e risparmio.

Se però alziamo lo sguardo per vedere come vanno le cose nel resto del mondo, specialmente nei paesi in via di sviluppo, ci accorgiamo dell’esistenza di una situazione radicalmente opposta alla nostra.

“Eliza Fenlas, madre di tre bambini, vive a Inhambane nel Mozambico, impiega cinque ore al giorno per percorrere a piedi 24 chilometri per andare a prendere 20 litri d’acqua. Vive nella speranza che la sua area sia interessata da un programma per la fornitura di acqua pulita, questo porterebbe ad un miglioramento sostanziale della sua vita. Avrebbe più tempo da dedicare alla casa e al lavoro dei campi, più disponibilità di acqua per lavare e maggiori speranze per la guarigione del figlio di sette anni colpito da diarrea cronica” (fonte: UNICEF). Sono milioni le donne che hanno gli stessi problemi di Eliza. Specialmente le giovani donne subiscono le conseguenze sociali, oltre che sanitarie, della mancanza d’acqua, la abitudini culturali delle comunità in cui vivono impongono loro il compito di andare a rifornire la famiglia di acqua, spesso per raggiungere il pozzo o la sorgente impiegano molte ore del giorno, questo, per esempio, costituisce una delle ragioni della loro esclusione dall’istruzione di base.   

Da anni l’Organizzazione Mondiale della Sanità sta monitorizzando la disponibilità di acqua sicura e la presenza e qualità di servizi sanitari di base, è fondamentale indirizzare il crescente bisogno di acqua per salvaguardare sia le popolazioni che il pianeta. Recentemente è stato pubblicato il rapporto 2000 dell’O.M.S. e dell’U.I.C.E.F. “Global water supply and sanitation assessment” che dà un quadro il più possibile completo della disponibilità di acqua e di servizi sanitari nel mondo del decennio 1990-2000 (presente in lingua inglese sul sito del W.H.O).  

L’acqua è intimamente legata alla salute, interventi che migliorano la sua disponibilità, la qualità o la presenza di servizi sanitari e igienici hanno un dimostrato effetto sulla prevenzione delle malattie ad essa legate. Questo fatto è evidente nei paesi sviluppati che hanno visto una drastica riduzione di molte malattie conseguentemente allo sviluppo della rete idrica e fognarie in particolar modo nelle zone urbane.

Per la maggior parte della popolazione del mondo l’acqua contaminata è uno dei problemi di salute pubblica più grave.

Nel rapporto tra acqua e salute si distinguono tre questioni fondamentali. La prima è la ricaduta pesante che i paesi poveri d’acqua hanno sulle attività umane che impone forti limiti alla crescita della produzione alimentare e dell’industria.

La seconda è il mantenimento della qualità dell’acqua a fronte della crescita della popolazione; le quattro fonti più importanti di inquinamento idrico sono i liquami, gli effluenti industriali, le piogge con il conseguente deflusso superficiale agricolo e urbano; in particolare l’agricoltura contribuisce al deterioramento della qualità dell’acqua a causa dell’utilizzo di fertilizzanti e pesticidi che contaminano le falde profonde.

La terza è il legame diretto tra salute ed acqua in relazione soprattutto alle infezioni associate all’insufficiente quantità, alla scarsa qualità dell’acqua o all’inadeguato smaltimento di quella di rifiuto. 

E’ difficile dare un quadro completo delle malattie legate all’acqua per la sua ampiezza e complessità, alcune classificazioni hanno preso in considerazione i vari ambienti sui quali è possibile intervenire e non la natura dell’agente patogeno come classicamente avviene. E’ possibile quindi classificare:

1)     Malattie trasmesse con l’acqua, nascono dalla contaminazione dell’acqua con feci e urine umane ed animali.

2)     Malattie dovute a carenza d’acqua, la scarsità o inaccessibilità di acqua rende difficile o poco frequente il lavaggio e l’igiene personale.

3)     Malattie ospitate dall’acqua, l’acqua costituisce l’habitat per organismi ospiti nei quali alcuni parassiti trascorrono parte del loro ciclo vitale.

4)     Malattie collegate all’acqua, l’acqua fornisce l’habitat per insetti vettori di malattie.

Queste quattro categorie riguardano principalmente i paesi in via di sviluppo, sebbene alcune possono essere presenti anche nei paesi sviluppati per trasmissione indigena, per l’arrivo di immigrati o viaggiatori, una quinta categoria riguarda solo i paesi sviluppati.

5)   Infezioni propagate dall’acqua riguarda infezioni che proliferano nelle condutture dell’acqua potabile e possono contaminare l’organismo attraverso le vie respiratorie, per esempio alcune amebe e la legionella presente anche negli impianti di condizionamento dell’aria.

Gli effetti sulla salute delle malattie associate all’acqua sono, come già detto, particolarmente gravi nei paesi in via di sviluppo, ma anche nei paesi sviluppati tra le famiglie più povere delle aree urbane e rurali, il 50% di questa popolazione soffre di problemi di salute associati con l’acqua, vediamo quali sono.

Quattro miliardi di casi di diarrea ogni anno causano più di 2,2 milioni di morti la maggior parte di questi sono bambini sotto i cinque anni, questo significa che un bambino ogni 15 secondi muore per questa causa, il 15% dei decessi di bambini nei paesi in via di sviluppo; viene stimato che interventi per migliorare la disponibilità di acqua, i servizi sanitari e l’igiene potrebbe ridurre i casi di diarrea in media da un quarto a un terzo. Le malattie derivanti dall’ingestione di agenti patogeni presenti nell’acqua e nel cibo contaminati hanno il maggiore impatto sulla salute pubblica mondiale. Le epidemie più classiche sono il colera, la dissenteria e il tifo, anche protozoi (amebe) e virus come l’epatite A. La carenza d’acqua è la causa principale in quanto costringe l’uso di acqua contaminata da escrementi umani o animali, in tali condizioni anche la contaminazione dei cibi è altamente possibile.

Vermi intestinali infettano il 10% della popolazione dei paesi del terzo mondo, questi potrebbero essere controllati migliorando la qualità dell’acqua; le infezioni parassitarie intestinali possono portare a malnutrizione, anemia e ritardo della crescita. Poche persone muoiono di tali malattie, ma alcune di queste provocano gravi dolori e sofferenze. 200 milioni di persone nel mondo sono infettate dalla schistosomiasi, di questi 20 milioni soffrono graviacqua.jpg (9223 byte) conseguenze, l’infezione avviene attraverso il contatto della pelle con acqua contaminata da escrementi umani contenenti le uova di un verme parassita; può portare a disturbi cronici alla vescica e al tratto gastrointestinale, nei casi non curati della forma urinaria è frequente il cancro alla vescica, una delle forme di cancro più diffuse in Egitto. La malattia produce una riduzione della produttività nella popolazione affetta, specialmente agricoltori. I sistemi di allagamento e di irrigazione mal progettati e senza manutenzione sono responsabili della diffusione della malattia, è dimostrato che efficaci interventi sull’acqua e sulle condizioni igienico-sanitarie la possono ridurre mediamente del 77%.

La dracuncolosi è provocata dall’ingestione di un piccolo crostaceo presente nell’acqua che contiene le larve del verme, questa si evolve in vermi lunghi fino ad un metro che provocano una malattia debilitante che tra l’altro produce delle vescicole sulla cute che si aprano al contatto con l’acqua liberando nuove larve che a loro volta andranno ad infettare altri artropodi. Il numero di persone infette si aggira intorno ai 10 milioni e la popolazione a rischio circa 100 milioni. L’uso di pozzi protetti previene l’infezione.  

Sei milioni di persone ogni anno perde la vista da tracoma e 500 milioni rischiano questa infezione; L’agente responsabile di questa malattia è la Clamydia trachomatis, seri studi epidemiologici hanno dimostrato che riducendo i luoghi di riproduzione delle mosche, l’adeguata disponibilità di acqua e l’educazione della popolazione a lavare il viso con l’acqua riduce questa infezione del 25%.

Altre malattie sono portate da vettori che trovano nell’acqua l’habitat ideale per la loro riproduzione. La zanzara può trasmettere diverse malattie, la più diffusa è la malaria, 300 milioni di persone vengono infettate da questa malattia, più di un milione e mezzo l’anno di morti, tre quarti dei quali sono bambini sotto i cinque anni. Una delle cause più importanti è la presenza di acqua ferma in prossimità di insediamenti umani (agricoltura ad irrigazione perenne come risaie). Occorre migliorare la gestione delle risorse idriche, ma l’intervento per ridurre la malattia deve essere effettuato su larga scala: uso di insetticidi all’interno delle abitazioni, prodotti repellenti, adozione di misure protettive personali, specie per i bambini, uso di sostanze farmaceutiche profilattiche e di cura precoce. Il 50% della popolazione affetta ha sviluppato resistenza alla clorochina, per uso e prescrizione scorretta e i farmaci di nuova generazione costano dalle 10 alle100 volte di più e non sono accessibili a molte persone che potrebbero così salvarsi la vita. 

Altre malattie trasmesse dalla zanzara sono le filarie e virus come il dengue, la febbre gialla e l’encefalite giapponese.

La filariosi ha una morbilità di 90 milioni di casi e la popolazione a rischio è di 900 milioni;

L’oncocercosi  è portata da una microfilaria trasmesso da un moscerino (Simulium) che si riproduce nei corsi d’acqua, l’infezione è diffusa in America Latina ed Africa con 18 milioni di casi e 300.000 casi di cecità.

Alcune specie di zanzare si riproducono in contenitori per raccogliere l’acqua piovana presso le abitazioni, queste sono vettori della dengue che provoca improvvisi attacchi di febbre, cefalea e dolori articolari circa 30-60 milioni di persone sono colpite, 100.000 i casi clinici e 10.000 morti l’anno. La  febbre gialla sulla quale i dati sono relativamente scarsi, probabilmente diverse centinaia di migliaia con una mortalità del 50%, la malattia si presenta con febbre alta , nausea, vomito colorazione gialla della cute ed emorragie.

L’encefalite giapponese fino a qualche anno fa era praticamente sconosciuta anche se da molto tempo endemica (Asia tropicale, Cina, Corea, Giappone e area orientale dell’ex Unione Sovietica). Il rischio è maggiore nelle zone rurali dove si coltiva il riso e in prossimità di allevamenti di maiali, sembra infatti che questi animali ed alcuni uccelli selvatici tipici di questo habitat fungono da serbatoio del virus, anche questa malattia si manifesta con febbre alta cefalea, vomito e dolori articolari.

La qualità dell’acqua è messa a rischio in modo importante anche dall’inquinamento chimico; le cause possono essere naturali, ma nella maggior parte dei casi è provocato dalle attività umane.

Le sostanze utilizzate in tutto il mondo in agricoltura sono la causa principale dell’inquinamento chimico dell’acqua. La pericolosità per la salute e l’ambiente di anticrittogamici, insetticidi ed erbicidi è ormai nota, meno conosciuti sono i danni causati da altre sostanze chimiche di sintesi utilizzate in agricoltura quali i fertilizzanti azotati. Diversi studi hanno dimostrato che queste sostanze sono solo in piccola misura assimilate dalle piante, gran parte dei nitrati dilavati dalle piogge, essendo idrosolubili, inquinano le acque superficiali e di falda. I nitrati possono ridursi in nitriti questi sono dannosi soprattutto per la salute dei bambini sotto i sei mesi per la capacità preferenziale di combinarsi con l’emoglobina al posto dell’ossigeno, formando metaemoglobina, questo impedisce il suo trasporto ai tessuti (sindrome del bambino blu). I nitriti possono inoltre combinarsi con altre sostanze e produrre nitrosammine e altri composti fortemente cancerogeni.

Un caso assai grave di inquinamento chimico naturale è stato prodotto dall’arsenico in Bangladesh. Paradossalmente proprio un progetto, realizzato negli ultimi vent’anni, per prevenire i numerosi casi di diarrea attraverso la ricerca di fonti di acqua pulita, portò alla trivellazione di milioni di pozzi in questa regione. Recenti studi pubblicati dall’O.M.S. hanno dimostrano che la popolazione del Bangladesh è alle prese con la più estesa esposizione a sostanze tossiche della storia per l’inquinamento di questi pozzi da arsenico. Le persone a rischio sono tra i 35 ai 77 milioni sul totale di 125 milioni di tutto il paese. Il problema è di non facile soluzione in quanto i pozzi con acqua non contaminata sono mescolati agli altri e sarebbe necessario testarli tutti per identificarli, si stima che i pozzi inquinati siano circa il 20% anche se questa stima non viene da un campionamento randomizzato.

L’arsenico provoca circa 100.000 casi di lesioni cutanee molto debilitanti che colpiscono principalmente i giovani e i bambini di età intorno ai 10 anni. E’ dimostrato che concentrazioni di arsenico superiori a 0,05 mg/l nell’acqua potabile porta ad un considerevole aumento dei casi di patologie tumorali  

La prevenzione delle malattie non allevia solo le sofferenze delle popolazioni colpite, ma aiuta a diminuire la povertà. Più di un miliardo di persone non vedono migliorare la possibiltà di accedere a fonti d’acqua sicure e più di 2,4 miliardi di persone non possono utilizzare ancora servizi sanitari di qualità accettabile, questi sono le popolazioni più povere della terra.

La prima tappa per cominciare ad alleviare la miserevole qualità di vita di queste persone e dare loro una possibilità di sviluppo è prendere atto del ruolo fondamentale che hanno la disponibilità di acqua e di impianti sanitari domestici e urbani. L’acqua pulita, i servizi sanitari e l’educazione all’igiene sono diritti umani fondamentali che proteggono e migliorano la salute, migliorano il senso di benessere e incrementano lo sviluppo economico e la  produttività sociale. L’acqua è un bene comune il cui valore intrinseco non può essere sostituito in alcun modo da un valore meramente commerciale.

La scarsità e la cattiva distribuzione nello spazio e nel tempo di quello che viene oggi definito a ragione ”oro blu” può diventare fonte di conflitto, soprattutto là dove popolazioni diverse si affacciano a medesime fonti d’acqua e queste siano sfruttate in modo diseguale; un altro motivo di conflitto può derivare dall’applicazione di tariffe troppo alte per le fasce più povere allorché venga affidata a privati la distribuzione e gestione delle reti idriche.

 L’acqua è un bene comune “la sua scarsità può essere sconfitta solo attraverso azioni combinate di pianificazione dell’uso delle risorse naturali, che vanno dall’uso razionale delle foreste, alla regolamentazione dei fiumi, alla lotta dell’inquinamento. Il successo dipende dalla crescita di una cultura capace di affrontare il problema dell’acqua anche attraverso lo sviluppo di una diversa contabilità che sia economica ed ecologica insieme, ma soprattutto attraverso una visione complessiva e unitaria dei problemi.”(G.Nebbia)  

 

Giancarlo Brunetti
gcbrunetti@libero.it  

 

foto: http://digilander.iol.it/giangii/campeggio1999.htm

         http://www.icbernareggio.rete039.it/didattici/giornale/giugno99/dossier.htm

         http://www.alternativamente.net/magazine/estate-00/acqua1.htm
         

 

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