Un
emergenza planetaria per la salute umana
Acqua pulita, un bisogno per l’uomo
L’accesso
all’acqua pulita costituisce un bisogno umano primario, quindi un diritto
fondamentale dell’uomo. L’acqua contaminata rappresenta un serio pericolo per la
salute sia fisica che sociale dell’intera popolazione. L’assenza d’acqua sicura
è un’offesa per la dignità umana.
Kofi
Annan (Segretario Generale O.N.U.)
Immaginiamo di arrivare dallo spazio nel
nostro sistema solare, tra gli altri pianeti, riconosciamo subito la terra per
il suo colore blu. E’ l’acqua che ricopre la maggior parte della sua superficie;
grazie a questo elemento la vita ha potuto svilupparsi in una incredibile
varietà e molteplicità di forme.
Per l’uomo la
sfida nel nuovo millennio è mantenere questa ricchezza comune così strettamente
legata al suo benessere e alla sua salute.
Per
noi che viviamo nei cosiddetti “paesi sviluppati” avere disponibilità d’acqua è
cosa normale; la gestione di questa risorsa è garantita da una capillare rete
idrica che collega le fonti ai luoghi di utilizzazione sia essi civili che
legati alle attività agricole, industriali, commerciali. Per noi è scontato che
le acque reflue, una volta utilizzate, vengano raccolte e purificate da una rete
fognaria prima di essere rilasciate nell’ambiente e poter così proseguire il
proprio ciclo evitando contaminazioni chimiche o batteriologiche.
Tutto
questo ha permesso di migliorare concretamente le condizioni di salute ed
eliminare molte malattie legate alla scarsa disponibilità e sicurezza
dell’acqua, anche se talvolta epidemie provocate da acqua contaminata sono
sempre possibili anche nei paesi sviluppati.
La
disponibilità di acqua nel nostro paese e in tutto l’occidente sembra a torto
illimitata, le nostre sorgenti sono messe ogni giorno di più in serio pericolo,
come numero e qualità, dall’inquinamento agricolo e industriale e dalla
costruzione di infrastrutture che, prive di validi studi di impatto ambientale,
danneggiano gravemente le falde acquifere
Bere,
lavare le mani, il viso e il corpo, mantenere puliti gli ambienti e le cose sono
atti quotidiani della cui importanza spesso ci dimentichiamo. L’acqua è
necessaria alla nostra sopravvivenza e per migliorare la qualità della vita,
quando possiamo disporne a sufficienza contribuisce a stili di vita salutari e
aumenta la longevità, permettendo attività sportive, ricreative, di divertimento
e del tempo libero.
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Come
infermieri siamo consapevoli della funzione essenziale dell’acqua per la
salute e il benessere delle persone che assistiamo, questo elemento, alla
base di ogni norma igienica di base, deve essere al centro della nostra
attenzione ed è nostro compito educare la comunità al suo buon uso,
mantenimento e risparmio. Se
però alziamo lo sguardo per vedere come vanno le cose nel resto del mondo,
specialmente nei paesi in via di sviluppo, ci accorgiamo dell’esistenza di
una situazione radicalmente opposta alla nostra. “Eliza
Fenlas, madre di tre bambini, vive a Inhambane nel Mozambico, impiega
cinque ore al giorno per percorrere a piedi 24 chilometri per andare a
prendere 20 litri d’acqua. Vive nella speranza che la sua area sia
interessata da un programma per la fornitura di acqua pulita, questo
porterebbe ad un miglioramento sostanziale della sua vita. Avrebbe più
tempo da dedicare alla casa e al lavoro dei campi, più disponibilità di
acqua per lavare e maggiori speranze per la guarigione del figlio di sette
anni colpito da diarrea cronica” (fonte: UNICEF). Sono milioni le donne
che hanno gli stessi problemi di Eliza. Specialmente le giovani donne
subiscono le conseguenze sociali, oltre che sanitarie, della mancanza
d’acqua, la abitudini culturali delle comunità in cui vivono impongono
loro il compito di andare a rifornire la famiglia di acqua, spesso per
raggiungere il pozzo o la sorgente impiegano molte ore del giorno, questo,
per esempio, costituisce una delle ragioni della loro esclusione
dall’istruzione di base.
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Da
anni l’Organizzazione Mondiale della Sanità sta monitorizzando la disponibilità
di acqua sicura e la presenza e qualità di servizi sanitari di base, è
fondamentale indirizzare il crescente bisogno di acqua per salvaguardare sia le
popolazioni che il pianeta. Recentemente è stato pubblicato il rapporto 2000
dell’O.M.S. e dell’U.I.C.E.F. “Global water supply and sanitation assessment”
che dà un quadro il più possibile completo della disponibilità di acqua e di
servizi sanitari nel mondo del decennio 1990-2000 (presente in lingua inglese
sul sito del W.H.O).
L’acqua
è intimamente legata alla salute, interventi che migliorano la sua
disponibilità, la qualità o la presenza di servizi sanitari e igienici hanno un
dimostrato effetto sulla prevenzione delle malattie ad essa legate. Questo fatto
è evidente nei paesi sviluppati che hanno visto una drastica riduzione di molte
malattie conseguentemente allo sviluppo della rete idrica e fognarie in
particolar modo nelle zone urbane.
Per
la maggior parte della popolazione del mondo l’acqua contaminata è uno dei
problemi di salute pubblica più grave.
Nel
rapporto tra acqua e salute si distinguono tre questioni fondamentali. La prima
è la ricaduta pesante che i paesi poveri d’acqua hanno sulle attività umane che
impone forti limiti alla crescita della produzione alimentare e dell’industria.
La seconda è il
mantenimento della qualità dell’acqua a fronte della crescita della popolazione;
le quattro fonti più importanti di inquinamento idrico sono i liquami, gli
effluenti industriali, le piogge con il conseguente deflusso superficiale
agricolo e urbano; in particolare l’agricoltura contribuisce al deterioramento
della qualità dell’acqua a causa dell’utilizzo di fertilizzanti e pesticidi che
contaminano le falde profonde.
La
terza è il legame diretto tra salute ed acqua in relazione soprattutto alle
infezioni associate all’insufficiente quantità, alla scarsa qualità dell’acqua o
all’inadeguato smaltimento di quella di rifiuto.
E’
difficile dare un quadro completo delle malattie legate all’acqua per la sua
ampiezza e complessità, alcune classificazioni hanno preso in considerazione i
vari ambienti sui quali è possibile intervenire e non la natura dell’agente
patogeno come classicamente avviene. E’ possibile quindi classificare:
1) Malattie
trasmesse con l’acqua,
nascono dalla contaminazione dell’acqua con feci e urine umane ed animali.
2) Malattie
dovute a carenza d’acqua,
la scarsità o inaccessibilità di acqua rende difficile o poco frequente il
lavaggio e l’igiene personale.
3) Malattie
ospitate dall’acqua,
l’acqua costituisce l’habitat per organismi ospiti nei quali alcuni parassiti
trascorrono parte del loro ciclo vitale.
4) Malattie
collegate all’acqua, l’acqua
fornisce l’habitat per insetti vettori di malattie.
Queste quattro
categorie riguardano principalmente i paesi in via di sviluppo, sebbene alcune
possono essere presenti anche nei paesi sviluppati per trasmissione indigena,
per l’arrivo di immigrati o viaggiatori, una quinta categoria riguarda solo i
paesi sviluppati.
5) Infezioni propagate dall’acqua riguarda
infezioni che proliferano nelle condutture dell’acqua potabile e possono
contaminare l’organismo attraverso le vie respiratorie, per esempio alcune amebe
e la legionella presente anche negli impianti di condizionamento dell’aria.
Gli effetti
sulla salute delle malattie associate all’acqua sono, come già detto,
particolarmente gravi nei paesi in via di sviluppo, ma anche nei paesi
sviluppati tra le famiglie più povere delle aree urbane e rurali, il 50% di
questa popolazione soffre di problemi di salute associati con l’acqua, vediamo
quali sono.
Quattro miliardi
di casi di diarrea ogni anno causano più di 2,2 milioni di morti la maggior
parte di questi sono bambini sotto i cinque anni, questo significa che un
bambino ogni 15 secondi muore per questa causa, il 15% dei decessi di bambini
nei paesi in via di sviluppo; viene stimato che interventi per migliorare la
disponibilità di acqua, i servizi sanitari e l’igiene potrebbe ridurre i casi di
diarrea in media da un quarto a un terzo. Le malattie derivanti dall’ingestione
di agenti patogeni presenti nell’acqua e nel cibo contaminati hanno il maggiore
impatto sulla salute pubblica mondiale. Le epidemie più classiche sono il colera, la dissenteria e il tifo, anche protozoi (amebe) e virus come l’epatite A. La carenza d’acqua è la causa
principale in quanto costringe l’uso di acqua contaminata da escrementi umani o
animali, in tali condizioni anche la contaminazione dei cibi è altamente
possibile.
Vermi
intestinali infettano il 10% della popolazione dei paesi del terzo mondo, questi
potrebbero essere controllati migliorando la qualità dell’acqua; le infezioni
parassitarie intestinali possono portare a malnutrizione, anemia e ritardo della
crescita. Poche persone muoiono di tali malattie, ma alcune di queste provocano
gravi dolori e sofferenze. 200 milioni di persone nel mondo sono infettate dalla
schistosomiasi, di questi 20 milioni
soffrono gravi conseguenze, l’infezione avviene attraverso il contatto
della pelle con acqua contaminata da escrementi umani contenenti le uova di un
verme parassita; può portare a disturbi cronici alla vescica e al tratto
gastrointestinale, nei casi non curati della forma urinaria è frequente il
cancro alla vescica, una delle forme di cancro più diffuse in Egitto. La
malattia produce una riduzione della produttività nella popolazione affetta,
specialmente agricoltori. I sistemi di allagamento e di irrigazione mal
progettati e senza manutenzione sono responsabili della diffusione della
malattia, è dimostrato che efficaci interventi sull’acqua e sulle condizioni
igienico-sanitarie la possono ridurre mediamente del 77%.
La
dracuncolosi è provocata
dall’ingestione di un piccolo crostaceo presente nell’acqua che contiene le
larve del verme, questa si evolve in vermi lunghi fino ad un metro che provocano
una malattia debilitante che tra l’altro produce delle vescicole sulla cute che
si aprano al contatto con l’acqua liberando nuove larve che a loro volta
andranno ad infettare altri artropodi. Il numero di persone infette si aggira
intorno ai 10 milioni e la popolazione a rischio circa 100 milioni. L’uso di
pozzi protetti previene l’infezione.
Sei
milioni di persone ogni anno perde la vista da tracoma e 500 milioni rischiano questa
infezione; L’agente responsabile di questa malattia è la Clamydia trachomatis, seri studi
epidemiologici hanno dimostrato che riducendo i luoghi di riproduzione delle
mosche, l’adeguata disponibilità di acqua e l’educazione della popolazione a
lavare il viso con l’acqua riduce questa infezione del 25%.
Altre
malattie sono portate da vettori che trovano nell’acqua l’habitat ideale per la
loro riproduzione. La zanzara può trasmettere diverse malattie, la più diffusa è
la malaria, 300 milioni di persone
vengono infettate da questa malattia, più di un milione e mezzo l’anno di morti,
tre quarti dei quali sono bambini sotto i cinque anni. Una delle cause più
importanti è la presenza di acqua ferma in prossimità di insediamenti umani
(agricoltura ad irrigazione perenne come risaie). Occorre migliorare la gestione
delle risorse idriche, ma l’intervento per ridurre la malattia deve essere
effettuato su larga scala: uso di insetticidi all’interno delle abitazioni,
prodotti repellenti, adozione di misure protettive personali, specie per i
bambini, uso di sostanze farmaceutiche profilattiche e di cura precoce. Il 50%
della popolazione affetta ha sviluppato resistenza alla clorochina, per uso e
prescrizione scorretta e i farmaci di nuova generazione costano dalle 10 alle100
volte di più e non sono accessibili a molte persone che potrebbero così salvarsi
la vita.
Altre
malattie trasmesse dalla zanzara sono le filarie e virus come il dengue, la febbre gialla e l’encefalite giapponese.
La
filariosi ha una morbilità di 90
milioni di casi e la popolazione a rischio è di 900 milioni;
L’oncocercosi è portata da una microfilaria trasmesso
da un moscerino (Simulium) che si
riproduce nei corsi d’acqua, l’infezione è diffusa in America Latina ed Africa
con 18 milioni di casi e 300.000 casi di cecità.
Alcune
specie di zanzare si riproducono in contenitori per raccogliere l’acqua piovana
presso le abitazioni, queste sono vettori della dengue che provoca improvvisi attacchi
di febbre, cefalea e dolori articolari circa 30-60 milioni di persone sono
colpite, 100.000 i casi clinici e 10.000 morti l’anno. La febbre gialla sulla quale i dati sono
relativamente scarsi, probabilmente diverse centinaia di migliaia con una
mortalità del 50%, la malattia si presenta con febbre alta , nausea, vomito
colorazione gialla della cute ed emorragie.
L’encefalite
giapponese fino a qualche anno fa era praticamente sconosciuta anche se da molto
tempo endemica (Asia tropicale, Cina, Corea, Giappone e area orientale dell’ex
Unione Sovietica). Il rischio è maggiore nelle zone rurali dove si coltiva il
riso e in prossimità di allevamenti di maiali, sembra infatti che questi animali
ed alcuni uccelli selvatici tipici di questo habitat fungono da serbatoio del
virus, anche questa malattia si manifesta con febbre alta cefalea, vomito e
dolori articolari.
La
qualità dell’acqua è messa a rischio in modo importante anche dall’inquinamento
chimico; le cause possono essere naturali, ma nella maggior parte dei casi è
provocato dalle attività umane.
Le
sostanze utilizzate in tutto il mondo in agricoltura sono la causa principale
dell’inquinamento chimico dell’acqua. La pericolosità per la salute e l’ambiente di anticrittogamici, insetticidi ed erbicidi è
ormai nota, meno conosciuti sono i danni causati da altre sostanze chimiche di
sintesi utilizzate in agricoltura quali i fertilizzanti azotati. Diversi studi
hanno dimostrato che queste sostanze sono solo in piccola misura assimilate
dalle piante, gran parte dei nitrati dilavati dalle piogge, essendo
idrosolubili, inquinano le acque superficiali e di falda. I nitrati possono
ridursi in nitriti questi sono dannosi soprattutto per la salute dei bambini
sotto i sei mesi per la capacità preferenziale di combinarsi con l’emoglobina al
posto dell’ossigeno, formando metaemoglobina, questo impedisce il suo trasporto
ai tessuti (sindrome del bambino blu). I nitriti possono inoltre combinarsi con
altre sostanze e produrre nitrosammine e altri composti fortemente
cancerogeni.
Un
caso assai grave di inquinamento chimico naturale è stato prodotto dall’arsenico
in Bangladesh. Paradossalmente proprio un progetto, realizzato negli ultimi
vent’anni, per prevenire i numerosi casi di diarrea attraverso la ricerca di
fonti di acqua pulita, portò alla trivellazione di milioni di pozzi in questa
regione. Recenti studi pubblicati dall’O.M.S. hanno dimostrano che la
popolazione del Bangladesh è alle prese con la più estesa esposizione a sostanze
tossiche della storia per l’inquinamento di questi pozzi da arsenico. Le persone
a rischio sono tra i 35 ai 77 milioni sul totale di 125 milioni di tutto il
paese. Il problema è di non facile soluzione in quanto i pozzi con acqua non
contaminata sono mescolati agli altri e sarebbe necessario testarli tutti per
identificarli, si stima che i pozzi inquinati siano circa il 20% anche se questa
stima non viene da un campionamento randomizzato.
L’arsenico
provoca circa 100.000 casi di lesioni cutanee molto debilitanti che colpiscono
principalmente i giovani e i bambini di età intorno ai 10 anni. E’ dimostrato
che concentrazioni di arsenico superiori a 0,05 mg/l nell’acqua potabile porta
ad un considerevole aumento dei casi di patologie tumorali
La
prevenzione delle malattie non allevia solo le sofferenze delle popolazioni
colpite, ma aiuta a diminuire la povertà. Più di un miliardo di persone non
vedono migliorare la possibiltà di accedere a fonti d’acqua sicure e più di 2,4
miliardi di persone non possono utilizzare ancora servizi sanitari di qualità
accettabile, questi sono le popolazioni più povere della terra.
La prima tappa
per cominciare ad alleviare la miserevole qualità di vita di queste persone e
dare loro una possibilità di sviluppo è prendere atto del ruolo fondamentale che
hanno la disponibilità di acqua e di impianti sanitari domestici e urbani.
L’acqua pulita, i servizi sanitari e l’educazione all’igiene sono diritti umani
fondamentali che proteggono e migliorano la salute, migliorano il senso di
benessere e incrementano lo sviluppo economico e la produttività sociale. L’acqua è un bene
comune il cui valore intrinseco non può essere sostituito in alcun modo da un
valore meramente commerciale.
La
scarsità e la cattiva distribuzione nello spazio e nel tempo di quello che viene
oggi definito a ragione ”oro blu” può diventare fonte di conflitto, soprattutto
là dove popolazioni diverse si affacciano a medesime fonti d’acqua e queste
siano sfruttate in modo diseguale; un altro motivo di conflitto può derivare
dall’applicazione di tariffe troppo alte per le fasce più povere allorché venga
affidata a privati la distribuzione e gestione delle reti idriche.
L’acqua è un bene comune “la sua scarsità può essere sconfitta solo
attraverso azioni combinate di pianificazione dell’uso delle risorse naturali,
che vanno dall’uso razionale delle foreste, alla regolamentazione dei fiumi,
alla lotta dell’inquinamento. Il successo dipende dalla crescita di una cultura
capace di affrontare il problema dell’acqua anche attraverso lo sviluppo di una
diversa contabilità che sia economica ed ecologica insieme, ma soprattutto
attraverso una visione complessiva e unitaria dei
problemi.”(G.Nebbia)
Giancarlo Brunetti
foto: http://digilander.iol.it/giangii/campeggio1999.htm
http://www.icbernareggio.rete039.it/didattici/giornale/giugno99/dossier.htm
http://www.alternativamente.net/magazine/estate-00/acqua1.htm