Editoriale Aprile 2002

Barbarie e nuova Resistenza

 

Nell’editoriale di Novembre parlavamo di una serie di situazioni embrionali che definivamo dallo “sviluppo fuori controllo” e auspicavamo un altro modo possibile di intendere la vita, una vita che partisse finalmente da una logica affermativa. Quell’editoriale era pieno di aberranti barbarie  in embrione che, a distanza di 6 mesi, sono diventate realtà. Spiace ammetterlo, ma non ci eravamo sbagliati. Le centinaia di morti in Afghanistan sono diventate oggi migliaia, le allora minacce di Sharon sono diventate guerra totale nei confronti del popolo palestinese, un’offensiva mai vista che trova la completa indifferenza dell’Europa e del segretario generale dell’ONU, che invita le parti “a non perdere la calma”. Forse non si sono accorti che le parti la calma l’hanno persa da parecchio. In particolare l’ha persa Sharon, che sta mietendo centinaia di vittime con la sua barbara guerra. Del resto, dopo l’Afghanistan, tutto pare ormai concesso. Il terrorismo di una parte del popolo di Palestina è certamente condannabile, ma non è possibile metterlo a confronto con la guerra totale espressa dal governo di Sharon.
In Italia cosa dicono? Il governo pare abbia ben altro a cui pensare, dilaniato dalle sue beghe interne. Con una nota fa sapere che l’Italia si schiera a difesa del popolo palestinese e di Arafat, democraticamente eletto, e invita Sharon a valutare le conseguenze delle sue azioni. Tutto giusto, ma ci sembra un po’ poco, considerate le tensioni che questa guerra potrebbe creare in Medioriente. Fassino, leader del maggior partito di opposizione (e ci sovviene una risata), assume una posizione che fa rabbrividire, con buona pace di Nanni Moretti. In una nota esprime “preoccupazione per l’inadeguatezza del premier Sharon” e “solidarietà nei confronti del popolo israeliano così duramente colpito dal terrorismo”. Tutto qui? Quindi la guerra di Sharon è soltanto inadeguata? Quindi l’unico popolo con cui essere solidali è quello israeliano?  Solo un barbaro può definire semplicemente “inadeguata” una guerra, solo un barbaro può essere solidale solo con il popolo israeliano che di questa guerra sta subendo le tragiche conseguenze non certo di più di quante non ne stia subendo quello palestinese. I DS, maggior partito della sinistra (altra risata) parlamentare, confermano così la loro natura guerrafondaia, iniziata dai Balcani, proseguita in Afghanistan e oggi rinnovata con le posizioni prese circa la questione palestinese.

In Italia a farla da padrona sono la questione legata all’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori e la questione immigrazione. Il Governo mostra tutta la sua pericolosità: da radio padania sostengono che “gli immigrati bisognerebbe prenderli a cannonate”, mentre il Presidente del Consiglio accosta la CGIL e i tre milioni di manifestanti in difesa dell’articolo 18 ai terroristi BR che hanno assassinato Biagi, alla quale famiglia esprimiamo tutta la nostra solidarietà.
La barbarie continua. Sembra che ormai ognuno possa sputare su qualsiasi cosa e su chiunque. Si prospettano tempi durissimi.

Il 25 Aprile sarà l’anniversario della liberazione. Forse sarà per noi il caso di ricordarci, mentre manifesteremo, che siamo ormai occupati da ogni sorta di barbarie e che è necessario rinnovare lo spirito in una nuova resistenza. Ma non soltanto resistere, anche affermare. Affermare una volta di più che siamo dalla parte dei popoli, qualsiasi essi siano, contro i governi che fomentano le guerre. Affermare che siamo dalla parte dei lavoratori italiani, contro le proposte del nostro Governo. Affermare che siamo dalla parte degli immigrati, contro le oscenità della Legge Bossi-Fini. Che siamo dalla parte della cultura e dell’emancipazione dei popoli, e lo siamo concretamente con i nostri nuovi progetti, pensati nel nostro recente viaggio in Guatemala, che sottoponiamo ai colleghi infermieri ed ai cittadini tutti nelle pagine della nostra Rivista.

INFERMIERI ERETICI

 

Pagina pubblicata il 01/04/02

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