L'Infermiere espatriato nei Paesi in via di sviluppo: Cosmopolita critico ed illustre sconosciuto

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CONCLUSIONI

 

Rispetto alla pressoché inesistenza di elementi, chiari ed esaustivi che rispondessero alla domanda espressa nel presente studio descrittivo, qual è il ruolo dell'infermiere nella cooperazione sanitaria italiana, riconosciamo almeno due motivi:

a. presumibilmente la nostra domanda è inedita, ossia è stata espressa e/o formulata per la prima volta b. generalmente, gli interlocutori coinvolti nel presente elaborato (Ministero degli Affari Esteri, Organizzazioni non governative, associazioni ed organi infermieristici) sottostimano sistematicamente la domanda qui rivolta quindi il fenomeno cui essa si riferisce, poiché ritengono ciò poco interessante e/o non dedicano un sufficiente spazio al problema della ricerca specifica, determinando così l'inconsistenza dei riferimenti bibliografici.(37)

A tal proposito vorremmo presentare alcune considerazioni. Il contributo infermieristico sinora offerto nell'ambito della cooperazione sanitaria ha un evidente supporto storico, poiché, seppur con i limiti tecnologici e metodologici del passato, è almeno più di un secolo che gli infermieri si occupano di cooperazione.(38) La mancanza di interesse e la scarsità delle informazioni sono comprensibili solo parzialmente, poiché entrambe rappresentano parte del mandato affidato dalla legge agli interlocutori cui la ricerca si è rivolta; inoltre, rappresentano un impegno statutario e volontario di tutti i soggetti promotori la cooperazione sanitaria italiana. Tra le possibili cause per le quali, a fronte di secoli di operatività, non esiste alcun riferimento bibliografico relativo al ruolo infermieristico nella cooperazione sanitaria italiana, ne emergono alcune:

  lo scarso interesse che gravita attorno al mondo della cooperazione italiana (in tutte le sue espressioni, sanitarie e non)

• la difficoltà generale di riconoscere l'infermieristica come una professione sanitaria e non come una professione sanitaria ausiliaria, con tutte le implicazioni che ciò determina

• l'atavica resistenza di una buona percentuale di infermieri, a parlare e soprattutto a scrivere di sé (da ciò risulta comprensibile il motivo per il quale vi è una pressoché inesistenza della letteratura infermieristica, almeno in italiano, riferita a questo specifico ambito di intervento). Come è stato specificato più volte, il campione sul quale si è basata l'indagine descrittiva qui condotta è molto ristretto ed il carattere delle singole esperienze, come si evince dall'elaborazione dei dati è estremamente eterogeneo. Pertanto, benché la presente ricerca si sia posta l'obiettivo di definire il ruolo dell'infermiere nella cooperazione sanitaria italiana, al termine di questo lungo, diffìcile ed entusiasmante percorso, tale obiettivo risulta ancora un'impresa ardua che necessita sicuramente un ulteriore approfondimento. I motivi per i quali la presente ricerca merita un approfondimento sono tanto numerosi quanto conosciuti. Infatti, le riflessioni che hanno fatto seguito al primo Seminario Nazionale su "Insegnamento e professione infermieristica nel quadro della cooperazione internazionale ", nonostante siano datate, sono ancora degne di attenzione e rappresentative dei motivi dei quali abbiamo discusso: "Gli infermieri sono, da sempre, molto presenti come singoli nei progetti cooperativi e di volontariato, ma fino ad oggi poco si è fatto per fare della prospettiva internazionale e di sviluppo una componente naturale della formazione e della mentalità dell'infermiere".(39) Al di là dello specifico contributo che la professione infermieristica può ed è chiamata a dare in questo senso, è proprio in virtù della sua natura, ossia individuare, comprendere e rispondere ai bisogni fondamentali dell'uomo, che essa ha una responsabilità mondiale: "L'assistenza infermieristica potrà contribuire con efficacia al raggiungimento di un livello di salute che consenta a tutti i cittadini di condurre una vita socialmente ed economicamente produttiva solo se saprà definire il ruolo infermieristico in relazione ai bisogni sanitari dei gruppi vulnerabili"(40) Per tali e tanti motivi, chi scrive riconosce i limiti insiti nella presente ricerca e spera che questo lavoro, iniziale tentativo di un processo nel quale si colloca come atto propedeutico, possa indurre una riflessione, soprattutto nel settore infermieristico, che renda possibile l'approfondimento della riflessione critica attorno all'infermiere espatriato ed alle sue specificità.

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37 Tale inconsistenza si riferisce alla quantità dei testi scritti in lingua italiana e relativi all'ultimo quinquennio.

38 Si fa specifico riferimento a Florence Nightingale ed al suo intervento in Crimea, riconosciuto da buona parte degli infermieri cooperanti o volontari come uno dei primi esempi di cooperazione sanitaria.

39 Comitato di Redazione (a cura di ) "Insegnamento e professione infermieristica nel quadro della cooperazione internazionale", in Rivista dell'infermiere, 1/87.

40 Centro per l'Informazione Sanitaria, "L'assistenza infermieristica oltre l'anno 2000", in Quaderni di sanità pubblica, 90/95.