GLOBALIZZAZIONE
e Società Globale

Mariano De Mattia

 

Globalizzazione: Insieme di processi mediante i quali le popolazioni del mondo sono incorporate in un’unica società mondiale, la società globale.[1]

 

Considerato che ogni popolazione è caratterizzata da molteplici peculiarità (politiche, tecnologiche, economiche, culturali, storiche, filosofiche, climatiche, ecc.) ne consegue che  la società globale ha in sé una doppia natura multipla, cioè  quella relativa alla “fusione delle popolazioni” e quella relativa alla “fusione delle molteplici variabili che contraddistinguono ogni singola popolazione”. Intrinseco a tale dinamica vi è ,forse, il tentativo di rendere “omogeneo” ciò che per sua natura è intimamente eterogeneo. Se così fosse, sarebbe lecito chiedersi quali siano i motivi e gli artefici della società globale, ma soprattutto sarebbe interessante valutare quali e quante siano state le conseguenze a tutt’oggi, immaginando le prossime. 

Personalmente non credo nella spontaneità e nella naturalezza del processo di  globalizzazione, anzi, ritengo che si tratti di una sintesi forzata, di una convergenza contraddittoria, in cui “qualcosa” presume di avere la dignità di rappresentare il “tutto”. La moderna fioritura di organismi e organizzazioni sopranazionali è una delle tante  espressioni della società globale, ed è riconducibile ad un  processo (la globalizzazione) in cui i concetti di unione e forza rappresentano i pilastri del nuovo “ordine” mondiale, un ordine che poco si interroga sulla sua giustizia.

Come dice un antico motto, l’unione fa la forza, ma come appare, la forza per essere tale necessita di un substrato sufficientemente debole che gli consenta di esercitare se stessa, dunque c’è da chiedersi tutto questo a chi giovi veramente.

Ad esempio, la moderna non coincidenza dello spazio con il tempo[2], mediante la quale oggi, disponendo dei sofisticati mezzi di comunicazione esistenti,  è possibile che tutto diventi presente e vicino, giova sia a chi la sceglie sia a chi la subisce ?  

Il “tutto a portata di mano” è indubbiamente un effetto del processo di comunicazione globale”[3], mediante il quale l’ubiquità dell’essere diviene sempre meno utopica, ma essa, aldilà dei suoi possibili effetti positivi, è vissuta, come ogni altra cosa, diversamente a seconda che si tratti di una scelta o di un obbligo.

Se  il processo di comunicazione globale  rende la @[4] “boia” del piccione viaggiatore, considerandolo un anacronistico mezzo di comunicazione, è lecito pensare che ciò sia un arricchimento per chi sceglie la @ ed un impoverimento per chi la subisce ?

A mio avviso, è da considerarsi un impoverimento che, in quanto tale, rappresenta uno dei tanti strumenti coercitivi attraverso i quali attualmente si fa spazio la globalizzazione economica.[5]

A tal proposito vorrei proporre alcune considerazioni. Personalmente, ritengo che il mito dell’immortalità e dell’infinito abbia inesorabilmente “sedotto” molti economisti ed altrettanti sistemi economici.

Questo genere di seduzione, induce il sedotto a credere, illudendolo, che mercati e sistemi economici si possano muovere in uno spazio infinito e privo di confine, in uno spazio eterno. Di converso i “disillusi” finiscono con lo scoprire che tutti i sistemi, compreso quello economico, si muovono in uno spazio fisico, in uno spazio finito, per cui l’estensione di “un sistema”  è e resta ambivalente, maggiori saranno le sue dimensioni, minore sarà lo spazio disponibile per “i sistemi”. E’ quasi superfluo specificare che, nella quasi totalità dei casi, quando “un sistema” si estende accresce solo se stesso, curando attentamente gli interessi di chi lo “guida” e non quelli di chi, ingenuamente, cede il proprio spazio vitale con la speranza che la promessa di prendere parte agli utili diventi realtà.

 

·     In che modo avviene tutto ciò?

Ad esempio, “sfruttando” la situazione debitoria dei Paesi in via di sviluppo, il cosiddetto debito estero[6], in conseguenza del quale i paesi creditori, in molti casi, impongono (mediante il Fondo Monetario Internazionale)  ai paesi debitori la riorganizzazione di tutta la loro economia, ovviamente “suggerendone il modello”, attraverso il famoso aggiustamento strutturale[7] che conduce le vittime del debito verso un irreversibile e graduale perdita di identità ed autonomia.

 

·     La società globale indica ed è rappresentativo di una totalità ?

Una totalità è degna di tale nome quando  è rappresentativa di tutti gli elementi che la compongono e non esclusivamente di quelli “maggiori”. Il concetto di Olismo, che ultimamente va assumendo sempre maggiore spessore, ci ricorda che il totale è sempre maggiore della somma, in quanto olisticamente parlando, il totale di uno più uno è uguale a  tre e non a due come qualcuno vorrebbe farci credere.

 

·     Perché uno più uno fa tre anziché due?

Perché, nel totale, va tenuto in considerazione che  la relazione intercorrente tra le due unità che si sommano rappresenta la “terza unità”, così come “ nella relazione di coppia esiste un io, esiste un tu, esiste un noi [8].

Questa breve riflessione mira ad evidenziare i limiti della totalità, quando questa si traduce in una società globale che dà forza al “tutto” perdendo di vista il valore inopinabile “dell’uno”. In considerazione di quanto esposto, spero che quanto prima si possa  discutere di un nuovo fenomeno, l’olisticizzazione.[9]

 

Globalizzazione e individualizzazione, rappresentano senza dubbio una delle tante dicotomie che caratterizzano la società moderna, società in cui i paradossi si sommano, si moltiplicano e talvolta degenerano in “idee” incomprensibili e perverse.

Personalmente, dubito che la globalizzazione sia un processo inarrestabile che rende impossibile ogni previsione e giudizio.10  E’ possibile che i paradossi della civiltà moderna siano sostenuti ed equilibrati da una “mano invisibile” vincolata da forze misteriose e casuali?  Se c’é chi crede in questa possibilità, forse, ci sarà anche chi è disposto a credere che, in questa fase storica, il potenziale centripeto del processo di globalizzazione scaturisce dall’inevitabile implosione psicosociale (anticipata e seguita da un’esplosione) ed è inarrestabile in quanto dettato da leggi cosmiche.11

Secondo alcune analisi del fenomeno, nella società globale, “quello che esiste qui, esiste nello stesso istante in qualsiasi altro luogo del globo terrestre12. A  tal proposito e nella speranza di aver dato la giusta interpretazione al periodo, vorrei fare le seguenti considerazioni:

 

A) Svizzera e Mozambico, sono rispettivamente al 1° ed al 173° posto nella classifica. mondiale relativa alla graduatoria del PNL procapite13, in entrambe i paesi però, paradossalmente, possiamo trovare ad esempio una lattina di Coca Cola.

Nel primo caso, la cosa non ci sorprende, ma, visto e considerato che la Coca Cola non mi pare essere un bene prezioso, (tranne per chi la produce) cosa ci fa una lattina di Coca Cola in Mozambico? E come mai è più facile trovare questa che l’acqua ???

 

B) E’ vero che, per effetto della globalizzazione, c’è qualcuno che ha la facoltà di aprirsi a nuovi orizzonti culturali grazie alla moltitudine di notizie che ogni persona può ricevere stando comodamente seduto a casa propria”,14 ma è altrettanto vero che a qualche altro è precluso ogni orizzonte culturale, semplicemente perché non ha risorse, neanche la sedia per starsene comodamente seduto a casa propria.

 

Pur essendo consapevole che tali notizie hanno ben poco di inedito, resto perplesso nel constatare che una moltitudine di persone, siano essi giovani, meno giovani e di diversa estrazione sociale, vivono negando e talvolta “ignorando” l’esistenza “dell’intima relazione”  tra chi è comodamente seduto e chi è scomodamente in piedi.

Quest’intima relazione, una delle cose in cui non ho smesso mai di credere, è sicuramente forte quanto difficile da cogliere ed è spesso mascherata da un’illusione o meglio, da quella che definirei come  bugia planetaria.15

 

La società globale, a mio avviso, non può offrire un maggior spazio “agli spazi”, ma semplicemente illuderci che lo spazio, addirittura quello fisico, possa aumentare. Tale illusione è sostenuta dalla promozione, più o meno occulta, di una diseguale distribuzione mondiale degli spazi fisici e psicologici che consente ad una minoranza,  paradossalmente dominante la maggioranza, di “vedere” il proprio spazio aumentare e quindi di convincersi che lo spazio sta “miracolosamente” aumentando per tutti  in maniera equa. 

 

Il limite della società globale, è quello di tendere, mediante processi artificiali, alla creazione di un modello planetario laddove non sussistono le condizioni perché sia così. I possibili benefici offerti dalla società globale (confronto, dibattito, ibridazione intesa come forma aggiuntiva, ampliamento della comunicazione ed annullamento spazio-tempo) restano virtuali fino a quando, al cospetto del “planetario albero da frutto”, il 20% della popolazione mondiale (il “blocco forte”) è in piedi ed il restante 80% resta genuflesso.16 

 

Della globalizzazione, a cui si riconosce una sua profondità, restano apprezzabili gli aspetti teorici, ma sfortunatamente, spesso e soprattutto in alcuni settori, essa si mostra incapace di rispettare criteri e valori individuali. Come sostiene qualcuno, esiste anche “L’altra faccia della globalizzazione”, 17 che ogni giorno, ci mostra le facce dei clandestini e il loro tentativo  di approdare sulle coste salentine:

                                         

“Un viaggio che alla fine può costare dieci milioni 

    e che, quando va bene,   garantisce un lavoro nero,

      senza diritti e garanzie, in qualche paese d’Europa”.

     

Il passato è esperienza,

il futuro è speranza,

il presente è il passaggio dall’una all’altra.

  Barbara Johnson                                                                                                          



[1]  Laura Bovone, Globalizzazione e Frammentazione: i Paradossi della Cultura Postmoderna, 1995.

[2]  Ibidem.

[3]  Ibidem.

[4]  Il simbolo in questione , la chiocciola, è l’emblema della posta elettronica.

[5]  Tendenza dell’economia ad assumere una dimensione mondiale (tratto dal Dizionario della lingua italiana Devoto&Oli)

[6]  Per una facile comprensione del fenomeno si veda: Nord Sud.Predatori,predati ed opportunisti, EMI, Bologna, 1998.

[7]  I “suggerimenti” dati ai paesi in  via di sviluppo, relativi ai modelli economici verso cui tendere, hanno fatto sì che gran

   parte dei finanziamenti destinati al cosiddetto “aiuto pubblico allo sviluppo” si convertissero, con una modalità

   subdola e perversa, in  aiuto alle industrie occidentali, favorendone la penetrazione economica in determinati mercati.

   “Che senso ha  costruire metropolitane in Cina, a Lima e a Bogotà o spendere pacchetti di miliardi per

    informatizzare i tribunali argentini quando poi i nostri cancellieri, nelle aule di giustizia italiane, usano ancora

    matite e pennarelli e da decenni siamo alle prese con la metropolitana non finita nella nostra capitale”? [...] “ In

    Kenya , ad esempio, sono stati spesi 34.500.000 di ECU per la rete nazionale delle telecomunicazioni”. ( La fame

    lottizzata, articolo di Gianni Corbi, pubblicato su Repubblica il 30/11/88 

[8]  Buscaglia L., Vivere, amare e capirsi, Mondadori.

[9]  Personalmente al termine olisticizzazione attribuisco il seguente significato:

   Concetto secondo il quale ogni popolazione è un insieme multiplo uguale solo a se stesso, per tanto

   non riproducibile né massificabile, il cui sviluppo è indispensabile alla storia dell’umanità.

10  Bovone L., op. cit.

11  Mi riferisco ad una delle possibili spiegazioni “ironiche-fantastiche” : il Big Bang delle relazioni umane, in cui

     immagino che vi sia una ciclica e talvolta coesistente necessità sociale di avvicinamento ed allontanamento.

12 Gioli V., Corso avanzato di Sociologia Globalizzazione e individualizzazione: quale futuro per le società

    contemporanee, Università degli Studi di Firenze Facoltà di Scienze Politiche “Cesare Alfieri”, A.A. 1997/1998.

    Vedi pag. 5, terzo capoverso.

13 Vedi: UNDP, Rapporto sullo sviluppo umano n.5 NUOVE SICUREZZE, Indicatori Di Sviluppo Umano, pag. 103-

    104-234. Rosenberg & Sellier, 1994. La Svizzera viene classificata tra i paesi con reddito elevato, (superiore a $6000)

    il Mozambico tra i paesi con reddito basso (inferiore a $600) 

       

 

14 Gioli V., op. cit.: vedi pag. 7 primo capoverso.

15  la bugia, sta nel credere o nel convincersi che chi “ha”, abbia ciò che ha indipendentemente e senza incidere sulla vita

    di chi “non ha”.

16  Il concetto di “uomo forte”, ha determinato nel corso della storia effetti politici  e sociali ancora oggi noti.

    Pertanto, si può comprendere ed immaginare cosa si intende per  “blocco forte” e quale sia il suo potenziale desiderio.

17 Vedi: “L’altra faccia della globalizzazione”, di Giorgio Gardiol, articolo pubblicato su “RIFORMA”, settimanale

    delle Chiese Evangeliche Battiste,Metodiste,Valdesi, Anno VI n°32 del 21/08/98.

    

Pagina creata il 1 gennaio 2001

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