La Serpe

di Luca Littarru

Cento persone e dieci minuti di applausi hanno salutato la prima nazionale dello spettacolo teatrale “Mani”, scritto da Lorenzo Marvelli e Ilaria Cappelluti. Un successo meritato ed importante per quello che gli autori stessi hanno definito “un evento out, eretico fino al midollo”. Eretico davvero: nato in una notte di riflessioni circa sette mesi fa, Mani è stato l’evento teatrale che ha definito con il suo linguaggio crudelmente simbolico, violento, eccessivo uno dei capisaldi della critica eretica, ossia la critica del potere violento proprio del genere maschile. Nell’inquietante ed angosciosa Voghera, in provincia di Pavia, ha avuto inizio il tour dello spettacolo, organizzato da una cordata di soggetti impegnati nel sociale, nel nursing e nel volontariato: Infermieri Eretici, AINS, Mani Tese, Associazione Insieme, con il patrocinio dello Sportello del Volontariato della Provincia di Pavia.

Un successo di pubblico e di gradimento non scontato, sia per i temi trattati (il Potere delle Mani che, indifferentemente toccano, accarezzano, picchiano, guariscono, il Potere delle Mani degli uomini sulle donne, di Medici ed Infermieri su ragazze anoressiche, dei Padri sulle figlie), sia per le possibilità organizzative (un trafiletto sul giornale locale, qualche passaggio radio e tantissimo attacchinaggio).
L’impatto è stato straordinario: un evento out (non casuale la scelta di Voghera, periferica rispetto all’establishment dei circuiti artistici e teatrali classici), ricco di fisicità (gli attori in scena erano pieni di lividi che si sono procurati durante le prove), ricco del coinvolgimento proprio di quella scuola di pensiero nota come il Living Theatar dove la verticalità classica di dominazione degli attori sopra il palco rispetto agli spettatori sotto, in platea, viene annullata in una orizzontalità a tratti fusionale: non c’è più alcuna differenza tra attori e spettatori, tutti i partecipanti sono protagonisti, gli attori scendono in platea, il pubblico sale sul palco. Esiste un copione ma tutto può accadere e mai vi è certezza di come possa andare a finire.

Le ultime riflessioni, insieme alla compagnia teatrale, ce le siamo dette guardandoci negli occhi: gli occhi lividi degli attori, gli occhi ancora umidi di alcuni spettatori, gli occhi stanchi e felici di tutti noi.
“Chi è venuto a vedere Mani non sapeva, a priori, che in quel teatro si annidava una serpe terribile, quella serpe che potrebbe generare contraddizioni su usanze e valori troppo spesso scontati. Il coinvolgimento del pubblico poteva provocare qualsiasi cosa: proteste, denunce, abbandono della sala. Invece nulla di tutto ciò è accaduto. Dopo le ultime drammatiche scene, dove il pubblico diventa l’elemento centrale, c’è stato un momento di angosciante sospensione. Alla fine uno scrosciante applauso, qualcuno piangeva, altri si osservavano commossi e interrogativi.
Nessuno può dirsi innocente e tirarsi fuori: siamo tutti colpevoli e, potenzialmente, possiamo tutti redimerci. Se qualcuno, sta notte, tornerà a casa con un dubbio profondo, nel cuore e nel cervello, allora potremo dirci davvero soddisfatti: significa che la serpe si è insediata, significa che forse, finalmente, possiamo iniziare a sperare di non piegarci mai più al Potere delle Mani”.

 

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Pagina creata il 01/06/01