Una lettera per salvare Safya
segnalato da Silvestro Faini
Care amiche, cari amici,lo so bene: voi avete tante cose da fare ed io vi disturbo troppo spesso. Ma leggete, vi prego, qualche riga di quelle che seguono e ditemi se, sapendo quello che so, posso non chiedere a tutti di intervenire.
Safya Husseini Tungar Tudu è una ragazza nigeriana di trent’anni, senza marito. Ha avuto un bambino e dunque, per la legge fondamentalista islamica che nel suo paese ha valore di legge penale, se non interviene una vasta protesta internazionale, fra un mese o poco più sarà posta in una buca, seppellita sino al seno e poi lapidata a morte dalla gente del suo villaggio.
Chiusa nella sua capanna, in questi giorni allatta il suo bambino, che è diventato la sua condanna a morte, e chissà quale ninna nanna gli canta. Lo potrà tenere al seno per qualche settimana (144 giorni dopo la nascita), poi la trascineranno nella fossa e la massacreranno.
Possiamo fare qualcosa. Per esempio, possiamo scrivere all’Ambasciata di Nigeria, via Orazio 18, 00193 Roma, Telefax 06-6832528 dicendo che Safya viva, chiediamo che il presidente della repubblica nigeriana le conceda la grazia. Ma bisogna che le nostre lettere siano tante e perciò vi prego di trasmettere questo appello alle vostre amiche ed ai vostri amici (ANCHE A QUELLE E QUELLI CHE NON HANNO E-MAIL) e di scrivere al più presto all’Ambasciata: sapete anche voi che se non lo fate stasera stessa o domani mattina, rischiate di dimenticarvene!
Un’ultima cosa: quello di Safya non è una questione di donne. Come sempre succede in questi casi, il padre del bambino è stato assolto per insufficienza di prove. Anche per questo, mi pare, noi maschi siamo coinvolti nella sorte di Safya. Non possiamo rimanere ai bordi della sua fossa, contemplando inerti l’ennesimo delitto del maschilismo.
Un caro saluto.
Ettore Masina
P:S: Se vorrete farmi sapere se avete inviato il messaggio e se potremo avere alla spalle una consistente mobilitazione di opinione pubblica, potremo forse studiare la possibilità di mandare poi una delegazione dall’Ambasciatore nigeriano.
Centro Missionario Diocesano
Piazza San Giovanni, 3
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Italia
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e-mail: missioni@diocesifirenze.it
Anticipata
via fax Spettabile
(06/68322528)
Ambasciata di
Nigeria
Via Orazio, n°18 00193 ROMA
Milano,
28 Novembre 2001 Oggetto: Safya Husseini Tungar Tudu Spettabile
Ambasciatore, Con la presente,
vorrei chiederLe di intercedere con il Presidente della Repubblica
Nigeriana, affinché possa graziare Safya, una ragazza Nigeriana, senza
marito, che ha avuto un bambino. Non riesco a credere
che la legge fondamentalista islamica sia così crudele nei confronti di
una situazione come quella capitata a Safya. E’ chiaro che essendo di un’altra
nazione non posso conoscere le leggi e tradizioni di altri paesi, ma trovo
questa vicenda molto triste….e non riesco a capire come al giorno d’oggi,
possano accadere ancora queste cose. Perché continuare a penalizzare
queste donne, io, non sono femminista o altro, però credo nel rispetto e
nella dignità del prossimo. Cominciamo a salvare
Safya, e continuiamo con tutte le altre donne destinate ad essere
massacrate, fino ad arrivare ad abolire questa crudeltà. Con la certezza che prenderà in considerazione la mia richiesta, Le auguro buon lavoro e invio distinti saluti. Monica Pepe /
Italy |
Pagina pubblicata il 31/12 /01