Gli otto paesi più potenti del mondo si incontrano dal 20 al 22 luglio a
Genova.
UN MONDO DIVERSO E’ POSSIBILE!
I G8 (Stati Uniti, Gran Bretagna,
Canada, Giappone, Francia, Germania, Russia, e Italia) in accordo con varie
organizzazioni economiche mondiali del commercio, come il WTO (organizzazione
mondiale del commercio) prenderanno decisioni che interesseranno tutti gli
abitanti della terra. La nostra attenzione dovrà essere puntata su questo summit
per l’importanza delle scelte politiche che saranno prese, il benessere e la
salute dell’umanità sarà messo in secondo piano rispetto agli interessi dei
grandi gruppi economici. Dobbiamo opporci a tutto questo come cittadini del
mondo, ma anche come infermieri.
I capi
dei governi più potenti del mondo, non a caso tutti dell’emisfero nord,
discuteranno sul commercio internazionale, sulla gestione economica e sui
rapporti con i paesi in via di sviluppo, ma, di fatto, decideranno il futuro
assetto economico, sociale e culturale del pianeta.
Da
quanto viene dichiarato questo favorirà lo sviluppo ed il progresso di tutte le
popolazioni, in particolare quelle del terzo mondo, ma questa è una tesi poco
credibile di fronte all’evidenza dei fatti. Per ora niente è migliorato: un miliardo e trecento milioni di poveri assoluti, il 32% della
popolazione del sud del mondo; 24 milioni di malati d’AIDS nella sola Africa che
non hanno accesso ai farmaci perché coperti dai brevetti delle multinazionali
che impongono prezzi troppo alti. Le potenti case farmaceutiche stanno
mandando i loro esperti a caccia di geni in quei paesi economicamente poveri, ma
ricchi di quel patrimonio che ormai in paesi come gli Stati Uniti non esiste più
e che nessuna tecnologia potrà ricreare, la biodiversità.
L’80%
della rimanente biodiversità mondiale si trova nelle regioni tropicali e
subtropicale del sud del mondo. Se una casa farmaceutica occidentale scopre un
nuovo antibiotico derivato da un organismo proveniente dalla giungla
dell’Indonesia, lo porta a casa gratis, lo brevetta, magari lo rivende in
Indonesia a caro prezzo, questo è “libero commercio”, ma se l’Indonesia produce
quello stesso farmaco si ricorre al tribunale per violazione dei brevetti. Un
piccolo campione di origine vegetale o una goccia di sangue bastano per
catturare il codice genetico e così anche il corpo umano è una risorsa
appetibile per i biopirati. Un esempio incredibile è la brevettazione di una
variante genica trovata in alcuni abitanti di Limone del Garda che previene le
malattie cardiovascolari anche in presenza di alte concentrazioni di colesterolo
nel sangue. Questa caratteristica dei geni, identificata casualmente in un
italiano recatosi in USA, è stata brevettata. Ora la popolazione di Limone che
possiede quei geni per eredità biologica, non li possiede più giuridicamente e
non potrà mai donarla alla ricerca e a tutta l’umanità (G. Tamino, F. Pratesi
“Ladri di Geni” Editori Riuniti, 2001).
Il modo di operare dei G8 è influenzato in
modo determinante dalla sovranità del mercato mondiale, dalla privatizzazione,
dal libero commercio. Pur di far crescere illimitatamente l’economia i G8
favoriscono stili di vita legati al consumo, ci avviamo verso un’unica società,
dove i bisogni non saranno reali, ma indotti e funzionali a logiche di profitto
sul modello delle società occidentali. Non sono presi minimamente in
considerazione gli effetti irreversibili sull’ambiente, l’inquinamento
dell’aria, dell’acqua, le
modificazioni climatiche e l’esaurimento delle risorse non rinnovabili del
pianeta.
Di fatto
questo fenomeno, conosciuto con il nome di globalizzazione, invade
spazi sempre più vasti della finanza, dei mercati, dell’informazione e della
comunicazione. Ma gli effetti collaterali sono pesanti, le culture dei popoli,
le varietà dei prodotti, i sapori tipici rischiano di scomparire. Già ora è
possibile mangiare un hamburger di Mc Donald’s con lo stesso identico e anonimo
sapore, seduti ad un identico tavolino a qualunque latitudine del mondo, da
Parigi a Bombay.
Nel terzo
mondo si muore per malnutrizione, nelle nazioni ricche l’obesità è diventata
un’epidemia, questa non si combatte con stili alimentari e di vita corretti, che
nessuno ci insegna, anzi vengono forniti sul mercato farmaci per dimagrire senza
bisogno di smettere di consumare, un affare nell’affare.
Le
ricadute negative delle scelte dei G8 sulla salute e sulla qualità di vita ci
deve interessare anche come professionisti. La salute motiva le nostre azioni,
l’OMS la definisce come “un completo stato di benessere fisico, mentale e
sociale, non la mera assenza di malattia”.
Il
modello occidentale, così com’è, non persegue questa strada, ma il massimo
profitto; non vi siete mai chiesti perché la maggior parte della nostra sanità
brucia risorse ingenti nei luoghi di cura, dove c’è malattia e non dove si può
prevenirla? Avete mai letto i nomi delle ditte dei farmaci e delle
apparecchiature che utilizzate? Novartis, Abbot, Bayer, Ciba, Roche, Glazo
Smithkline, queste e altre multinazionali hanno un fatturato che supera i 10.000
miliardi l’anno. Anche la salute è un’enorme business e noi ci siamo
dentro.
Le case
farmaceutiche fanno pressioni sulle decisioni politiche che hanno un effetto
sulle scelte sanitarie.
Anche
questo è in gioco nel summit dei G8.
La
possibilità di controllo decisione o partecipazione dei popoli è sempre più
limitato. Il mercato sta diventando l’unico padrone della terra, occorre prendere coscienza ed opporsi, anche come
infermieri, a questo processo e costruire una società equa, solidale,
pacifica democratica, rispettosa dell’ambiente e delle diversità culturali, una
società dove la salute è benessere fisico, mentale, sociale.
Manifestiamo a Genova e nelle altre città
d’Italia in maniera pacifica nei giorni del summit, si stanno mobilitando
associazioni e singoli da tutto il mondo, dobbiamo essere in tanti.
Un mondo
diverso è possibile, col G8 non ci sto!
L'autore:
Giancarlo Brunetti
Infermiere, coordinatore redazionale della rivista
“Obbiettivo professione infermieristica”
del Collegio IPASVI di Firenze
Pagina pubblicata il 01/07/01