PROGETTO
LULE Programma articolato di interventi nell’ambito della prostituzione di strada per l’integrazione sociale delle vittime della tratta a scopo di sfruttamento sessuale. a cura di Ruggero Rizzini
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Migliaia di giovani
straniere provenienti dall’est Europa e dall’Africa sono sessualmente vendute
sulle nostre strade e costituiscono oramai una fonte primaria di guadagno della
malavita organizzata.
Con la presentazione del
progetto LULE vogliamo informare su un tragico problema della nostra “civiltà” e
cercare di sensibilizzare e muovere le coscienze per offrire un significativo
contributo al rispetto della dignità umana e, in particolare, della donna.
Gruppi di volontari che
scendono quotidianamente per strada ad incontrare le ragazze sono per la maggior
parte di ispirazione cristiana e laica, altri nascono per impulso di
amministrazioni locali o dalla sensibilità di operatori sanitari costituendo
ormai il punto di riferimento obbligato per ogni indagine sul tema delle
straniere che si prostituiscono sulle nostre strade e avviando innumerevoli
esperienze preventive e di liberazione.
Tra i vari interventi
all’interno di questo progetto la prevenzione e l’intervento sanitario diretto
si sono rivelate azioni utili per incontrare le ragazze per strada, oltre che
per salvaguardare la loro salute vista la situazione sanitaria delle ragazze per
il riscontro di AIDS, infezioni ginecologiche, epatiti, disturbi psicosomatici,
gravi turbe psichiche, uso di stupefacenti, alcoolismo, ecc
L’accesso alle strutture
sanitarie ha permesso di attutire il peso di quella problematica, che rimane una
emergenza grave perché queste giovani diventano anche veicolo incontrollato di
malattie nelle famiglie e nella popolazione.
Il progetto LULE ( “fiore” in albanese ) nasce nel 1996 come espressione dell’impegno della Caritas Decanale di Abbiategrasso (Milano) ad intervenire nel settore della prostituzione di strada e della tratta a scopo di sfruttamento sessuale.
Nel settembre
di quell’anno un gruppo di volontari dà avvio ad un percorso formativo per
individuare le modalità di intervento opportune e ad esso si affianca presto il
sostegno delle Amministrazioni locali, decise ad attivare un intervento nei
confronti di un fenomeno sociale percepito come allarmante e non affrontato
adeguatamente.
Il progetto è realizzato da un gruppo di coordinamento formato da 3 persone che definisce l’assetto organizzativo, coordina gli interventi, cura i rapporti di rete, valuta l’andamento del progetto in relazione agli obiettivi previsti; un’équipe operativa di 10 operatori professionali che realizza le attività; una rete di sostegno costituita da collaboratori, stabili o saltuari, che contribuiscono al raggiungimento di obiettivi specifici e da 60 volontari specificamente formati. Il territorio di intervento è l’area sud-ovest della Provincia di Milano (distretti di Abbiategrasso, Magenta, Corsico, Rho, Binasco, Rozzano, San Giuliano Milanese) e parte della Provincia di Pavia (distretto lomellino, Comuni di Voghera, Pavia e San Martino Siccomario).
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A fronte di una realtà complessa, con implicazioni di tipo sociale, giuridico, economico, sanitario, morale, di tutela dell’ordine e della sicurezza, il progetto intende connotarsi come
integrato in quanto coinvolge più soggetti, istituzionali e non, attivi nel costruire azioni coordinate e partecipate; articolato in quanto agisce su
più fronti, ponendosi obiettivi diversificati ed esplicando interventi sia
sulle cause sia sugli effetti del fenomeno.
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Esso si pone
due finalità principali
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Gli ambiti operativi sono
l’attività
culturale finalizzata alla
informazione e sensibilizzazione territoriale l’attività
di strada finalizzata alla
tutela sanitaria, alla costruzione di relazioni significative e alla
promozione di percorsi di autonomia l’attività
di prima accoglienza finalizzata a gestire
percorsi di abbandono della prostituzione l’attività
di reinserimento sociale finalizzata a
promuovere l’integrazione sociale e lavorativa l’attività
di raccordo con i Paesi di origine finalizzata a
realizzare interventi di prevenzione nei Paesi di provenienza l’attività
di rete finalizzata ad
integrare l’azione locale con quella nazionale ed europea formazione
e supervisione attraverso una costante azione a
scopo di aggiornamento e verifica del lavoro svolto |
1.
Attività culturale
E’ finalizzata a informare e sensibilizzare la comunità sociale sulle problematiche della prostituzione e della tratta a scopo di sfruttamento sessuale.
Viene
realizzata attraverso
incontri
pubblici e di campagne informative
nelle
scuole superiori coinvolgimento
degli organi di comunicazione a livello locale e nazionale gestione
di corsi di formazione pubblicazione
e ricerche |
E’ gestita
dall’équipe degli operatori, che si avvale della collaborazione di alcuni
volontari e di professionisti della comunicazione.
2.
Attività di strada
Consiste in
azioni informative ed educative finalizzate al raggiungimento di più
obiettivi
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prevedendo
anche un lavoro di mappatura del territorio e di raccolta dati, finalizzato ad
ottenere un monitoraggio costante del fenomeno.
L’attività è
realizzata da diverse Unità Mobili di Strada
(UMS), ciascuna delle quali opera in un’area geografica definita nel
cui ambito gli operatori, le mediatrici e i volontari incontrano settimanalmente
le prostitute presenti.
Le UMS svolgono
mediamente ogni settimana 8 uscite diurne e 7 notturne.
Le risorse impiegate sono
umane
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strumentali
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Nel corso delle
uscite viene svolto un lavoro di
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Uno degli scopi
dell’attività di strada è favorire l’accesso ai servizi sanitari.
Viene proposto
alle ragazze contattate l’accompagnamento a visite mediche, test ematici o altre
prestazioni di cui possono avere necessità presso strutture sanitarie
convenzionate.
La metodologia
adottata prevede che gli stessi operatori delle UMS accompagnino personalmente
le ragazze presso i servizi di cui necessitano; ciò è motivato dal fatto che la
maggior parte delle ragazze conosciute non risiede nel luogo in cui esercita
l’attività e perciò non ha opportunità di contatto e conoscenza dei servizi
disponibili sul territorio, inoltre, la presenza degli operatori offre sostegno,
favorisce la comunicazione con il personale sanitario e rende l’accompagnamento
un’opportunità per approfondire la relazione iniziata in strada.
115
ragazze
(15,6%
delle persone globalmente contattate) |
Tipo di prestazione
|
totali |
% |
Analisi del sangue |
104 |
31,0% |
Visite ginecologiche |
67 |
20,0% |
Visite mediche
|
41 |
12,2% |
Vaccinazioni |
23 |
6,9% |
Ecografie/radiografie |
22 |
6,6% |
Pap
test |
19 |
5,7% |
Counselling
|
13 |
3,9% |
Visite
specialistiche |
9 |
2,7% |
Altri
test |
20 |
6,0% |
Altre
prestazioni |
17 |
5,1% |
Totali |
335 |
100,0% |
altri 37
prelievi del sangue sono stati eseguiti sulla strada nelle ore notturne, in due
ambiti territoriali diversi.
Tale iniziativa
è stata concordata con la dirigenza del servizio di igiene Pubblica della ASL
n.1 Provincia di Milano per permettere ai soggetti più emarginati di avere
informazioni fondamentali circa il proprio stato di salute.
E’ stato
stabilito di rivolgere la proposta solo alle ragazze presenti sulla strada nelle
ore notturne e di eseguirla saltuariamente, per renderla una occasione di
stimolo alla cura di sé da parte delle ragazze, più che un servizio
assistenziale che potesse inibire le loro spinte all’autodeterminazione.
Durante il
semestre sono state compiute complessivamente tre uscite con un’autoambulanza in
due aree territoriali differenti, nel corso delle quali il medico e l’infermiera
dell’associazione, presenti insieme agli operatori, hanno provveduto a
raccogliere i campioni ematici.
Nelle due
uscite precedenti a quella del prelievo gli operatori avevano provveduto ad
informare le ragazze dell’iniziativa, richiedendo loro l’adesione formale e
consegnando un foglietto di prenotazione, mentre l’infermiera aveva svolto un
counselling specifico su AIDS ed epatite.
La consegna dei
referti è stata realizzata dal medico, che ha puntualizzato i temi sanitari
trattati in precedenza ribadendo l’opportunità di tutelarsi adottando adeguate
misure di profilassi.
Le iniziative
di orientamento e sostegno per le ragazze di strada, finalizzate a trasmettere
consapevolezza in merito alle opportunità di reinserimento sociale e a
promuovere percorsi di autonomia comprendono anche corsi di formazione alla
lingua italiana.
L’associazione
LULE o.n.l.u.s. si occupa di attività di prima accoglienza finalizzata a gestire
l’avvio dei percorsi di abbandono della prostituzione delle donne e minori che
chiedono di uscire dal circuito della tratta attraverso colloqui di orientamento
e verifica e inserendo le ragazze in una pronta accoglienza tutelata e protetta
che può essere rappresentata: dalla casa di fuga gestita dall’associazione, da
famiglie con formazione ed esperienza specifica, dalle comunità di prima
accoglienza in rete.
Ciò viene realizzato attraverso l’impiego di
risorse umane
|
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La LULE ha
inoltre avviato percorsi di abbandono della prostituzione indirizzando le
ragazze al percorso di comunità e ha avviato percorsi finalizzati a promuovere
l’integrazione sociale e lavorativa delle donne e dei minori che hanno avviato
percorsi di abbandono della prostituzione.
L’attività di
rete è finalizzata a raccordare e integrare i soggetti e i servizi coinvolti nel
progetto, nonché ad armonizzare l’azione locale con quella nazionale ed
europea.
E’ realizzata
tramite azioni informative, di scambio e di confronto.
Prevede il
coinvolgimento negli ambiti operativi delle istituzioni sanitarie, delle forze
dell’ordine, dei servizi sociali e delle amministrazioni del territorio, nonché
il collegamento con analoghi progetti attuati sul territorio nazionale ed
europeo per favorire lo scambio di esperienze e potenziare l’efficacia
dell’intervento.
E’ gestito dal
gruppo di coordinamento del progetto.
Rapporti con le amministrazioni locali
Il Regolamento
attuativo D. Lgs. 286/98 (Testo unico delle disposizioni concernenti la
disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero) investe
gli Enti locali di un ruolo di responsabilità nei confronti delle ragazze che
avviano programmi di assistenza e integrazione sociale; le relazioni costruite
con gli Enti locali del territorio operativo nei precedenti tre anni di attività
dell’associazione hanno consentito di elaborare per il 2000 un progetto che
copre i diversi aspetti dell’intervento nell’ambito della tratta e li rende
soggetti partecipanti, attingendo proprio ai finanziamenti previsti dal suddetto
decreto.
Rapporti con le Forze dell’Ordine
La gestione
della struttura di pronta accoglienza ha permesso di consolidare i rapporti con
le Questure, i Carabinieri, le Procure e i Tribunali per i Minori in quanto
tutti questi Enti, ognuno per la parte che gli compete, possono essere coinvolti
nelle varie fasi del percorso di inserimento sociale di chi sceglie di sfuggire
al circuito della tratta.
Rapporti con le Istituzioni sanitarie
La Regione
Lombardia ha approvato i progetti proposti dalle ASL 1, 2 e 12 della Provincia
di Milano nell’ambito del programma triennale di prevenzione dell’infezione da
HIV allo scopo di intervenire nel settore della prostituzione di strada.
L’associazione
LULE sarà il soggetto attuatore di tali iniziative su 9 distretti sanitari
complessivi.
Il
consolidamento delle attività progettuali ha permesso di allargare ulteriormente
la rete di servizi sanitari di riferimento per gli accompagnamenti delle ragazze
e, in alcuni casi, di strutturare le collaborazioni già avviate.
Rapporti con altri Enti e coordinamenti
L’associazione
LULE fa parte del “Coordinamento interregionale tratta” lombardo, condotto dalla
Caritas Ambrosiana, e del “Gruppo ad hoc prostituzione e tratta” del C.N.C.A.
(Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza), rete nazionale delle
associazioni e delle cooperative attive nel campo della tratta di cui
l’associazione LULE rientra tra i soggetti coordinatori.
Ripetute sono
state le occasioni di collaborazione operativa della LULE, in particolare con:
l’Ufficio Stranieri del Comune di Milano, la Segreteria Donne della Caritas
Ambrosiana, i Padri Somaschi di Milano, la Caritas di Bergamo, la Casa del
Giovane di Pavia, l’Associazione Porta Aperta di Mantova, le associazioni
Welcome e Mimosa di Padova, l’Ufficio Stranieri del Comune di Torino,
l’associazione Liberazione e Speranza di Novara, l’associazione Arcobaleno di
Firenze, l’associazione On the Road di Teramo e la cooperativa Compagni di
strada di Trani.
Rapporti con gli Istituti di formazione per operatori sociali
Le convenzioni
attivate con gli Istituti di formazione per operatori sociali hanno permesso
l’ingresso di tirocinanti nell’associazione LULE per favorire la formazione
degli studenti nel settore d’intervento.
Il numero Verde Nazionale contro la tratta
L’associazione
LULE è stata coinvolta dalla provincia di Milano nella gestione del call center
lombardo del Numero Verde nazionale contro la tratta, iniziativa promossa
congiuntamente dal dipartimento per le Pari opportunità e dal dipartimento per
gli Affari Sociali per offrire informazione, orientamento e sostegno a favore
delle vittime del traffico a scopo di sfruttamento sessuale.
Il progetto nel
suo complesso e le sue attività sono accompagnati da un costante e diversificato
processo di verifica e valutazione.
La valutazione
avviene durante la realizzazione del progetto e alla conclusione dello stesso,
utilizzando indicatori di risultato e di processo.
Per quanto
attiene la azione indicate nel programmo proposto al Dipartimento per le Pari
Opportunità, essa viene effettuata attraverso la modalità della valutazione
partecipata, secondo l’approccio costruttivista, grazie all’interazione tra
l’équipe operativa e un valutatore esterno.
In questa sede
proponiamo una sintetica autovalutazione dell’andamento del progetto nei termini
seguenti:
·
L’esperienza maturata
dall’associazione nel settore specifico della prostituzione e della tratta.
·
La disponibilità di una
consolidata équipe di operatori e volontari che garantisce: competenze
diversificate, l’opportunità di un arricchimento reciproco e la possibilità di
far fronte a difficoltà individuali.
·
Il coinvolgimento della
comunità locale nei termini di: volontari attivi nel progetto, famiglie
disponibili all’accoglienza, associazioni di sostegno.
·
Il rapporto proficuo con gli
organi di comunicazione che favorisce l’opera di informazione e
sensibilizzazione.
·
La presenza capillare e
costante degli operatori sulle strade di un’area territoriale estesa, che
garantisce un forte riconoscimento di ruolo e il poter mantenere il contatto con
la medesima ragazza anche a fronte del turn over.
·
La disponibilità di
mediatrici culturali di riferimento per ognuna delle etnie più rappresentative:
un’educatrice rumena, una mediatrice nigeriana ed un’assistente sociale
albanese.
·
La possibilità di far fronte
a richieste di accoglienza 24 ore su 24 grazie alla costante presenza di
operatori nella struttura di pronta accoglienza.
·
La dislocazione del pronto
intervento in una località protetta da un lato, ma non eccessivamente isolata
dall’altro, in grado di trasmettere alle ragazze senso di tranquillità e
sicurezza, ma anche opportunità di socializzazione.
·
Il consolidamento di forti
legami di rete con realtà che fanno accoglienza su tutto il territorio nazionale
e, quindi, l’opportunità di trasferire le ragazze in strutture con
caratteristiche differenti e adatte alle singole individualità.
·
Le connessioni di rete
avviate con le istituzioni e gli enti attivi nel settore. In particolare con le
Questure al fine di rendere più lineare il percorso sociale.
·
L’integrazione nel progetto
di ambiti operativi diversi e consequenziali che permette di ottimizzare le
risorse impiegate.
Punti di debolezza
·
La scarsa integrazione tra i
diversi enti e Istituzioni chiamati ad intervenire nel fenomeno.
·
La vacatio temporis fra la
denuncia sporta dalla ragazza sfruttata e il rilascio del permesso di soggiorno
che condiziona negativamente il percorso di integrazione.
·
La difficoltà ad intervenire
tempestivamente sulle minori presenti sulla strada e ad attivare i servizi
preposti alla loro tutela, soprattutto nei casi in cui la maggior età è alle
porte e le istituzioni manifestano la tendenza a non adottare
provvedimenti.
L’associazione LULE o.n.l.u.s. (Corso san
Pietro, 62 20081-Abbiategrasso (MI) |
Bibliografia consultata:
Pagina creata il 31/12/00