REPARTI CHIUSI, QUESTIONE " DI
CLASSE"?

 

 

... ma quanti esclusi, abbandonati, umiliati...

"che un minimo di disagio era inevitabile"

... ci sono nei corridoi delle medicine e negli stanzoni delle chirurgie degli ospedali italiani? Ma quanto denaro viene speso per futuristiche cliniche e quanto invece perché non si caghi o pisci più davanti a sette persone in stanzoni datati se va bene post-guerra? E quanta gente muore ancora senza avere garanzia di rispetto per le sue sofferenze? E quanto denaro viene investito per garantire un adeguato aiuto psicologico prima, durante e dopo il ricovero o un intervento chirurgico? Cosa viene fatto dalla gerarchla sanitaria e dalla base infermieristica per evitare che la persona malata, che perde più o meno temporaneamente la propria autonomia (parziale o totale), diventi tout court un essere senza dignità, senza potere decisionale, asessuato, che non può entrare in merito alle regole che l'ospedale gli impone e soprattutto che deve sperare di essere portatore di appendicite o ernia inguinale per potere essere messo in una stanza a due letti. Perché se ha la sfiga di avere un cancro allo stomaco deve accontentarsi (obbedir tacendo) di uno stanzone.

"un minimo di disagio era inevitabile".

Non ha caso chiediamo cosa viene fatto dagli infermieri, giacchè dal Potere non ci aspettiamo nulla, strutturato così com'è...

"il potere nella sua immensa intelligenza, nella sua complessità, non mi ha mai commosso con la sua solitudine, non l'ho mai salutato come tale"

Dagli infermieri e dai Dirigenti dell'assistenza infermieristica vogliamo delle risposte perchè se è vero che, come dice il Presidente del Collegio IPASVI di Pescara, Nello Comacchione, "da tempo i Collegi hanno assunto un ruolo di "produttori di cultura sanitaria e dell'organizzazione" e in questi anni hanno preso iniziative, determinando spesso cambiamenti organizzativi evidenti a diversi livelli, dalle Unità operative alle Aziende sanitarie." vogliamo che ci si dica cosa fanno gli infermieri quando un direttore sanitario qualsiasi dice

"inevitabile un minimo di disagio"

nel lasciare otto persone, otto donne o uomini, ammucchiati come bestie senza un minimo di privacy, senza un armadio proprio ma in comune con altre tre persone. E non veniteci a dire che la privacy bisogna garantirla perché questo non lo accettiamo, perché la privacy bisogna pensare di averla prima, ristrutturando o chiudendo o dicendo chiaramente che l'assistenza non si può garantire, ma non con

"inevitabile un minimo di disagio".

Vogliamo delle risposte dagli infermieri quando una caposala qualsiasi mi dice che non ha un paravento da darmi se devo lavare una donna o un uomo perché "tanto noi infermieri dobbiamo pulire solo merda" ma è anche vero che comunque lo facciamo garantendo dignità all'uomo. Vogliamo delle risposte quando una caposala viene da me e mi dice "dammi un malato sano (?) da portare nel mio reparto (di elite?) perché sai, poi domani il Professore, sai come è fatto, poi si arrabbia, e quindi poi io ti porto la donna con il cancro allo stomaco appena operata." Vogliamo delle risposte quando una caposala, che si vanta di lavorare in un reparto futuristico e all'avanguardia, dice "vogliamo solo Professionisti con la "P" maiuscola che diano il massimo giorno per giorno per il bene del malato", poi, questa bionda Anitona Ekberg dei poveri umilia i suoi Infermieri e la professione costringendoli a trascrivere prescrizioni orali di farmaci dettate dai medici durante il giro visita. Perché comunque se non si fa quello che si dice il trasferimento e magari anche il licenziamento aleggia sempre nell'aria e

"caro Infermiere ricordatelo."

Non vi dice niente la parola Mobbing?                                   

Vogliamo delle risposte e le pretendiamo dagli infermieri perché noi non vogliamo fare parte di questa gente e vogliamo garantire umanità alle donne e agli uomini che dobbiamo curare. Continueremo a parlare, a denunciare e a lottare fino a quando gli infermieri e i dirigenti non daranno risposte.

Insomma, vogliamo delle risposte e pensiamo che le risposte debbano arrivare soprattutto dalla base infermieristica che pensa di essere così poco considerata e che non si rende conto che poi la chiusura di un reparto avviene perché mancano infermieri.

ALLORA CHI CE L'HA IN MANO, POTENZIALMENTE, IL POTERE???

Ci rendiamo conto di essere importanti nel sistema sanità o no? Vogliamo crearci uno spirito critico e una coscienza. Noi come categoria possiamo contare e contribuire ad un cambiamento prendendo le distanze da quel potere politico che invece alimenta l'insofferenza. Ma affinchè avvenga il cambiamento occorre lavorare sulla motivazione, non sulla devozione, allaprofessione, occorre controllare i controllori a partire dalle scuole che è il terreno di cultura dei nuovi professionisti (formare i formatori), creando uno spirito critico e una cultura della denuncia già negli studenti.

Occorre creare e contribuire a formare ed avere Infermieri che abbiano coscienza che la nostra professione deve essere fatta di collaborazione e programmazione a breve-medio e lungo termine lavorando per obiettivi e con metodo, non per iniziative dell'ultima ora. Mi chiedo: è mai possibile che non vi sia un controllo annuale della mia preparazione infermieristica, delle mie conoscenze e che qualcuno venga a chiedermi cosa so e cosa non so? Certo, l'utopia vorrebbe che ognuno abbia coscienza nel crearsi e produrre professionalità (io spero in un futuro così) ma in questo momento...

Noi come Infermieri Eretici ci auguriamo di accendere il fuoco della discussione affinchè si crei un movimento di opinione quanto meno per cercare di avere risposte . Aspettiamo fiduciosi.

INFERMIERI ERETICI

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