VIAGGIO
NELLA NOTTE DI SAN GIOVANNI M. Siccardi |
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Viaggio
nella notte di San Giovanni (Alle origini dell'assistenza e delle cure
infermieristiche)
CISO
(Centro Italiano di Storia Sanitaria e Ospitaliera, Reggio Emilia). 1978; Un
viaggio di ricerca continua e appassionata, che abbraccia la complessità
della vita e della lotta per la salute attraverso i millenni e i secoli
lasciati alle spalle per fare luce sul presente, nel tentativo e nella
speranza di orientare il futuro. Un viaggio che passa
attraverso le esperienze non comuni di una giovane attenta a tutto ciò che
sta dentro e intomo a se stessi, curiosa di scoprire cosa c'è nel profondo e oltre i limiti dello
spazio visibile. E, nello stesso tempo, impegnata coerentemente sul piano politico e nella prassi,
in concreto, in processi di solidarietà e di cooperazione - quella non remunerizzata e che invece richiede anche costi economici personali -
dentro e fuori i confini nazionali. Letture a non finire,
escursionismo, archeologia, alpinismo, speleologia e. soprattutto, il varcare i confini segnati
dall'orizzonte attraverso e oltre il mare che si spalanca nella sua
immensità. Una prima tappa, relativa al
viaggio iniziato tra i sassi e le rocce per ritrovare le origini più
remote è stata percorsa negli anni Cinquanta e
il viaggio in tale ambito è proseguito per
circa un decennio; una seconda è stata
raggiunta nel decennio successivo, ricercando e incontrando le persone dei
monti, delle campagne lontane dalle città, sulle navi e nei porti di mare
di là dagli oceani: questa volta per scoprire come, attraverso gli eventi della storia, spesso drammatici, le genti erano riuscite a
vivere, a curarsi, a salvarsi. Poi. ancora, per continuare a
visitare musei, chiese, templi, comunità isolate; incontrare e comunicare
con persone di culture diversa in luoghi vicini e lontani, per tornare poi alle biblioteche e, soprattutto, agli
archivi, percorrere le filze manoscritte e le carte coeve con la stessa
tenacia con cui i marinai affrontano, ora dopo ora, onda dopo onda, la
fatica e i rischi del quotidiano con l'obiettivo di gettare poi l'ancora
in un posto sicuro. Per ritrovare, ancora una
volta, la riconferma del ruolo esercitato dalla donna, lungo tutto il
corso della preistoria e della storia, nella promozione della vita e nella
cura della salute. Un primo approdo, verso la fine degli anni Sessanta, avviene a Reggio Emilia con il CISO: resterà anche per il futuro il porto sicuro dal quale partire e fare ritorno. Nel 1978. al termine della stesura complessiva del
lavoro, avanzata tra suggerimenti, collage, studi aggiornati, continui
approfondimenti, il contenuto del viaggio viene lasciato al CISO.
Per diffonderlo al di fuori,
tra le infermiere e gli infermieri è troppo
"eretico" per la cultura infermieristica del tempo. Infatti, nel 1978, studio del
territorio, contestualizzazione degli eventi e
della "scienza", approfondimento filosofico,
storico (seguendo la metodologia della Scuola delle Annales francesi) e antropologico (riti pagani, eresie, streghe e sostanze
stupefacenti, evidenza di violenze non solo laiche e cristiane bensì
anche cattoliche), sono eccessivamente precoci per essere resi palesi a un
contesto professionale che della sua storia vede e studia soltanto la
parte angelicata, cattolica, fatta di
missionarie, vergini caste, sante e
santi. Sono anni bui anche per il
Paese, le cui vicende maggiormente conciliano il sopore
infermieristico. Nel 1978 il corpo
infermieristico, almeno quello italiano, nel
suo complesso e in quanto "professionista", è
ancora totalmente estraneo alla cultura della vita e della morte intrisa
di povertà, di sofferenza, di fame, di dolore, di ignoranza, di emarginazione, di pregiudizi, di sfruttamento e di utilizzo ineguale delle
risorse. Soprattutto, vede ancora la
salute come una "dépendance" della medicina e
le cure infermieristiche, nella quasi totalità delle scuole (e nella
passi) seguono pressoché esclusivamente il modello biomedico. Chi, come l'Autrice sino da allora, per le non comuni
esperienze di vita, di studio, di lavoro collegava inevitabilmente, da
oltre vent'anni, i valori della vita, della
dignità e della salute all'economia, alla pace e alla guerra, all'ambiente
di vita e di lavoro, all'equo accesso e
utilizzo delle risorse e a tutto ciò che la stessa Dichiarazione
Universale dei Diritti dell'Uomo pone in rilievo, era
considerato eretico. Una sorte strana, è vero. Perché se da un lato l'A. era tenuta a distanza della componente
infermieristica (che pur ne riconosceva il valore), lo stesso distacco
c'era dalla componente politica di sinistra, in cui militava l'A., al di fuori dei partiti o, meglio, al di fuori
delle logiche di potere e clientelari:
trasversali, queste ultime, alla professione e al politico-sociale. Nel frattempo, dal 1978 in
poi, l'A., molto meno giovane di un tempo, ha
continuato il 'viaggio' e la
relazione al Congresso ne fu un primo seguito. MARISA SICCARDI
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Musica: Some one saved my life tonight, by Elton J. Pagina pubblicata il 1/12/00
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